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La nostra storia
Un paziente della Clinica Oculistica di Bari venne un giorno a trovarmi nel mio studio privato e, per ringraziarmi per una prestazione professionale che mi aveva coinvolto anche emotivamente, mi fece dono di alcune bottiglie del vino che lui produceva artigianalmente.
Nel tempo, venne a trovarmi periodicamente facendomi sempre omaggio della sua deliziosa Malvasia.
Questi incontri stimolarono in me la curiosità di vedere come producesse quel nettare sopraffino: così mi recai a visitare la sua piccola proprietà in provincia di Lecce.
Mai avrei immaginato di rimanere affascinato nel vedere la passione, la pazienza e la cura nel produrre con mezzi semplici quel vino: filari di vite, botti e torchi e quell’aroma di mosto che permeava la masseria. Sapientemente istruito sui metodi di coltivazione e di lavorazione, volli cimentarmi nella elaborazione di un blend di nuova concezione, naturalmente con la supervisione di un amico enologo. È iniziata così in quell’ormai lontano 1985, la mia produzione di Malvasia e Primitivo leccese.
Piccolissime quantità, naturalmente, dedicate ad amici, parenti e conoscenti, senza alcun fine commerciale, ma solo per esprimere e condividere la mia neonata passione.
Ma l’attività professionale mi coinvolgeva sempre più, limitando molto la possibilità di “coltivare” distrazioni ed il tempo che potevo concedermi era sempre più esiguo.
E così come era nata, pian piano quella passione si è assopita, residuandone solo saltuari malinconici ricordi alla visione di qualche bottiglia rimasta ad impolverarsi in cantina.
Poi, il tempo e di nuovo il caso hanno voluto che i miei figli scoprissero questo mio trascorso enologico e decidessero di riprendere il mio percorso interrotto.
Così, dopo aver approfondito la conoscenza degli aspetti produttivi, hanno deciso di riaprire la cantina dedicandosi a questa iniziativa con l’entusiasmo giovanile, il piccolo supporto esperienziale ma anche l’apporto tecnologico dei tempi attuali.
Rinasce così Cantina CIVA, con una produzione piccola, di nicchia, ma che privilegia l’aspetto qualitativo: dalla scelta delle uve all’attento controllo della linea di produzione dalla pigiatura all’imbottigliamento; produzione che coinvolge inizialmente vitigni pugliesi ma che è aperta ad esperienze e realtà tradizionali di altre regioni d’Italia, alla ricerca di quel vino da annusare, sorseggiare ed osservare con piacere e soddisfazione perché, come disse Goethe, “la vita è troppo breve per bere vini mediocri“.
- Alessandro Ciccarone